BCE, Spread, MES non li sentivamo da un po’, eppure – purtroppo – non sono mica scomparsi, anzi come un’ombra buia continuano ad aleggiare. In questo momento storico più che mai.
Proprio la cara BCE ha ventilato un aumento dei tassi d’interesse prima del previsto, visto l’inflazione alle stelle, e indovinate cosa è successo? Il rendimento dei nostri titoli di Stato è schizzato. Sembra proprio il 2011 vero?
E invece è il 2022 ed è sempre la stessa storia.
In queste ultime settimane abbiamo potuto constatare come lo spread abbia sfondato il tetto dei 160 punti e Lagarde è dovuta intervenire. Ma come? Mario Draghi al Governo non è più una sicurezza? Forse no dal momento che il rendimento dei titoli di Stato, e quindi lo spread, non dipende da chi siede a Palazzo Chigi, ma dalla copertura offerta dalla Banca Centrale Europea. Era così ieri, nel 2011, è così oggi e sarà così anche domani.
I quotidiani raccontano da mesi una storiella che ha poco a che vedere con la realtà: tutti fedeli alla linea! Si: la linea draghiana.
La vera storia però è un’altra e non sembra avere un lieto fine: l’inflazione è tornata ai livelli degli anni Novanta, il costo dell’energia a cresce a dismisura – a gennaio del 45%- su base annua rispetto al gennaio dell’anno precedente, i consumi si contraggono, la produzione industriale è crollata.
Ma qui nessuno sembra avere il coraggio di dire come stiano realmente le cose: c’è una crisi in corso e non è quella sanitaria! È quella degli indicatori economici catastrofici di cui a pagarne le conseguenze saranno sempre gli italiani!
Per non farci mancare nulla, tra soprusi e tecnocrati, tra BCE e Spread, non può mancare di certo la gogna del MES.
Nel nord Europa iniziare a pensare di usare solo il Meccanismo Europeo di Stabilità per acquisire i nostri titoli di Stato in cambio di un commissariamento della politica nazionale ancor più autoritario di quello attuale.
In tutta questa storia Mario Draghi non starà mica a guardare: il sultano che ruolo sta giocando davvero? Facile: quello del Presidente liquidatore, liquidatore della nostra sovranità.