Il Consiglio Regionale della Campania approva la realizzazione della quarta linea dell’inceneritore di Acerra, con un finanziamento di oltre 27 milioni di euro. In epoca di transizione ecologica, di politiche green sponsorizzate in ogni dove, di sermoni continui su emergenze climatiche apocalittiche, in Campania si sceglie di potenziare oltremodo il termovalorizzatore di Acerra, con una quarta linea che potrà fagocitare ancora più rifiuti.
Invece di attuare sistemi più sostenibili e lungimiranti, che possano tener conto di territori già fortemente segnati da impatti ambientali importanti sia da insediamenti industriali sia per l’eredità di ciò che è stata la Terra dei Fuochi in tutto l’hinterland napoletano e casertano. Si ricorda, infatti, che nel 2021 l’Istituto Superiore di Sanità su mandato della Procura di Napoli Nord ha certificato la relazione tra inquinanti ambientali e patologie oncologiche in numerosi comuni sottoposti a tali studi. Ne viene fuori una ulteriore sconfitta sociale per le comunità residenti nella zona che si vedono ancora una volta negate iniziative di ripristino, anche se lente, di un legittimo ritorno ad una normalità ambientale che sembra essere una chimera.
Mentre il Nord Europa, all’avanguardia nel trattamento e dismissione dei rifiuti, riduce di un terzo l’uso di termovalorizzatori ed inceneritori, in Consiglio Regionale della Campania, quasi tutti i presenti votano in maniera favorevole alla quarta linea ed allo stanziamento di oltre 27 milioni di euro. C’è chi si impegna a fare una raccolta differenziata fatta con reale coscienza ecologica, chi cerca di riciclare il più possibile ogni elemento che trova sul proprio cammino, c’è chi cerca di non buttare via il cibo in esubero, chi a riutilizzare indumenti ed accessori facendoli sistemare da un artigiano pur di allungare il proprio ciclo, codificato da un consumismo globale programmato per essere gettato appena possibile.
Per essere poi riacquistato, nel paradigma alienante e distruttivo di impoverimento del pianeta. Se ci impegniamo in tutti questi comportamenti etici ma anche attenti ed impegnativi, e poi la Politica resta in dialettiche ambientali ataviche e fordiste, probabilmente non è la tua utilitaria da tremila euro ad inquinare, ma logiche che vanno aldilà del nostro discernimento.
di Massimiliano Costantino Esposito