Il Salario Minimo non può essere considerato un regalo, ma è uno strumento che potrebbe ovviare, almeno in parte, a tutto ciò che non si è fatto fino a ieri, per la classe lavoratrice. In tempi di lotta e confusione politica, questa misura è stata bocciata in prima istanza dal Cnel di Brunetta, con i sindacati spaccati per la questione non dirimente della “contrattazione” che in Italia ha una funzione non certo marginale. Già tempo addietro l’Ocse ammoniva l’Italia quale unico Paese europeo in cui negli ultimi 30 anni si è addirittura registrato un peggioramento della condizione salariale annuale media, intorno quasi al 3%. Fattori che si capovolgono nel momento in cui si analizzano gli stipendi dei top manager, naturalmente in aumento esponenziale da fine anni ‘70, senza sortire mai momenti di crisi congiunturale. Si è partiti dal rapporto 1/12 tra prima carica aziendale e la posizione di operaio nella visionaria “dottrina Olivetti”, fino ad arrivare ad un differenziale dei giorni nostri, per intenderci agli inizi del 2020 e via di lì a crescere 600/700 e oltre rispetto ad un operaio di catena di montaggio. Più bonus e buoni uscita milionari, anche se si lasciano le aziende in perdita. La perdita di potere d’acquisto dovuto agli aumenti smisurati ‘post conflitto’ in Ucraina, all’inflazione, ai tassi di interesse sui mutui arrivati a livelli insostenibili, determinano divari sociali che potrebbero portarci nel tempo su pericolosi binari di disequità equiparabili a quelli dei paesi dell’America Latina. Di fatto, La proposta di legge per un salario minimo fissato a 9 euro per tutti i lavoratori, anche se dall’altra parte si punta sulla contrattazione collettiva e sul tentativo di alleggerire il cuneo fiscale, non è assolutamente un regalo per la classe lavoratrice. È piuttosto un modo tardivo per correre ai ripari, visto che per troppo tempo, chi avrebbe dovuto fronteggiare e combattere i segnali sociali tossici del neoliberismo più sfrenato e gli effetti nefasti della globalizzazione, era impegnato a dedicarsi ad altro con le conseguenze che conosciamo. Ma bisogna dirlo, il salario minimo non è neanche la brutta copia della vecchia scala mobile, strumento economico, eccezionale ed unico in tema di politica del salario, che proiettava ad indicizzare automaticamente i salari in funzione degli aumenti dei prezzi. Non dimentichiamo che parte della politica che adesso propone i “9 euro ad ora”, ha prodotto già negli anni ‘90 le iniziali leggi di liberalizzazione del mercato del lavoro (legge Treu), Job Act, Riforma Fornero, abbattimento Legge 20 maggio 1970, n. 300 (Statuto dei lavoratori) compreso l’art.18, l’alternanza Scuola/Lavoro, mentre il 29 giugno 2016 la Camera ha definitivamente approvato la conversione in legge del c.d. nuovo decreto “salva banche” (decreto legge n. 59/2016). Il risultato finale: un ceto medio quasi raso al suolo, ascensore sociale inesistente, disequità apocalittiche, futuro più che incerto, circa 130 mila italiani espatriati all’estero, nel solo 2020. Ma magari c’è il posticipo stasera, e perché no, l’inaugurazione di un altro murales, mentre la storia, non ci assolverà.
Massimiliano Costantino Esposito