Viviamo in un paese dove, negli ultimi anni, la violenza verso gli animali è sempre più presente e chi la pratica rimane costantemente impunito anche se questa violenza porta alla morte degli animali. I diritti degli animali vengono quotidianamente violati e questo è sotto gli occhi di tutti. Pensiamo ai casi accaduti recentemente: il gatto Leone scuoiato vivo ad Angri e il pitbull Aron che è stato bruciato vivo a Palermo per mano di colui avrebbe dovuto proteggerlo e di cui si fidava.
Per non parlare di un altro caso recente che riguarda il gatto Grey e il gesto ignobile avvenuto nei suoi confronti ad opera di una minorenne. Si tratta di una brutta vicenda accaduta ad Arberobello, forse meno nota rispetto agli altri due casi, ma ugualmente raccapricciante. Una ragazza ha visto bene di tirare una pedata al povero gatto Grey in maniera talmente violenta da farlo cadere in una fontana di acqua gelata. Il gatto, che faceva parte di una colonia felina del paese, non ce l’ha fatta ed è morto annegato. La cosa più terribile di tutta questa storia è che ogni istante dell’episodio, è stato filmato da un’amica della ragazza e poi pubblicato sui social con una scritta ancor più inquietante e demenziale: “Ciao amó, beccati un po’ di notorietà”.
Non possiamo fare altro che esprimere la nostra indignazione per quello che è accaduto e chiedere giustizia per Grey e per tutti i nostri amici animali che ogni giorno sono costretti a subire violenze gratuite. Duole peraltro constatare che ultimamente il numero di queste aggressioni sia notevolmente aumentato dato il numero esponenziale di denunce e segnalazioni che lo rivelano. Occorre quindi una presa di coscienza da parte di tutti noi ed in particolare delle famiglie e delle comunità che possono e devono alzare il livello di attenzione su quello che accade intorno a loro e sull’educazione dei propri figli in modo da prevenire certe azioni. Questi sono solo alcuni dei casi più eclatanti avvenuti negli ultimi mesi in Italia, che sono stati veicolati dai mass media. Ma ad essi, possono esserne affiancati tanti altri di cui nessuno parla.
Ci sono poi tantissimi casi che non riguardano neppure una violenza diretta sugli animali da compagnia, ma una violenza spesso più subdola, indirizzata sugli animali che vivono all’interno dei mattatoi, degli allevamenti intensivi e di tutte quelle strutture dove un animale viene considerato “prodotto di mercato” e non essere senziente. A questi luoghi ora si aggiungono anche altre strutture con scopi opposti di tutela. Parliamo di strutture gestite da associazioni che si occupano di animali non propriamente domestici come ad esempio maiali, mucche, galline, cinghiali salvati dagli allevamenti intensivi o da abbattimenti indiscriminati e che in casi di “tutela dell’interesse generale” sono anch’essi considerati alla stregua di oggetti, in barba anche ai dispositivi di legge che dovrebbero tutelarli.
Talvolta, come accaduto a più riprese nel corso del 2023, nei Santuari degli Animali, gli ospiti di queste strutture vengono sacrificati con modalità aberranti sotto gli occhi di chi li ha accuditi e amati per anni. Il tutto, a causa di allarmismi legati a motivi sanitari, spesso oltremodo amplificati in virtù di logiche e interessi puramente economici e speculativi. Alternativa si è battuta in Parlamento e continuerà a battersi in futuro anche per scongiurare questo tipo di violenza, perché quello che è accaduto ai suidi del Santuario Cuori Liberi di Sairano non debba accadere mai più.
In Italia le normative vigenti, non tutelano a pieno gli animali come individui dotati di diritti e spesso vengono mal interpretate o addirittura bypassate. Chi fa del male agli animali, nella peggiore delle ipotesi, prende una sanzione, ma sembra non ci sia verso di far finire in galera questi delinquenti. Noi di Alternativa riteniamo sia giunto il momento di affrontare seriamente queste lacune legislative affinché vengano create leggi più efficaci e difficilmente aggirabili contro i crimini ai danni degli animali. Riteniamo inoltre sia arrivato il momento di istituire a livello nazionale un garante per i diritti degli animali e un comitato tecnico scientifico che possa occuparsi dei fatti concreti, rispetto a queste dinamiche.
Monitorare ed intervenire puntualmente sugli allevamenti intensivi, sulla sperimentazione animale, su circhi e spettacoli viaggianti che utilizzano gli animali per mero scopo di lucro, sono solo alcuni dei temi che possano aiutare a prevenire comportamenti che sfocino nella violenza e nella morte degli animali. C’è poi tutto il discorso legato alla fauna selvatica che dovrebbe essere patrimonio indisponibile dello Stato e invece diventa spesso strumento di becera propaganda politica per alcuni amministratori locali, privi di qualsiasi senso etico o civico. Basti pensare a quello che accade da tempo in Trentino Alto Adige con gli orsi, dove chi dovrebbe gestire la presenza dei grandi carnivori con serietà e rispetto, ha invece intrapreso una guerra dell’uomo contro di essi.
Non è più tollerabile che in un’epoca in cui le istituzioni, i partiti politici e le aziende zootecniche si vantano di andare incontro a logiche di sostenibilità, biodiversità, green, tolleranza e apertura alle varie specificità, non vengano ancora rispettate e tutelate le vite degli animali che insieme all’uomo popolano questa Terra. L’uccisione indiscriminata degli animali per pura crudeltà, è una questione poi che merita d’essere affrontata seriamente in un paese civile e democratico, proprio per insegnare alle generazioni future il rispetto per l’alterità e l’ambiente in generale. Purtroppo la realtà dei fatti è che la gestione dello Stato rispetto alla prevenzione di questi eventi è pressoché inesistente e ben lontana dalla giusta protezione che dovrebbe invece esistere nei confronti degli animali e della fauna più in generale.
Alternativa ha ben chiaro in quale direzione debba andare un paese che si reputi civile ed evoluto. Si deve partire dal rispetto e dal riconoscimento dell’animale come essere senziente e non come mero oggetto o peggio ancora, strumento su cui riversare violenza gratuita e crudeltà. Chi compie atti violenti contro gli animali deve essere considerato “socialmente pericoloso”, così come avviene in altri paesi. Ci sono studi approfonditi e qualificati che stabiliscono una correlazione tra i delitti sugli animali e quelli sugli esseri umani. Si inizia a far del male agli animali e si finisce colpendo i propri simili.
Per questo motivo ci faremo sempre portavoce affinché la giustizia e le battaglie per il riconoscimento dei diritti degli animali trovino un riscontro positivo. Infine una riflessione ci appare doverosa. è l’ora di finirla di aprire dibatti che alimentano schieramenti opposti su qualsiasi cosa. Ci sono cose che eticamente non avrebbero bisogno di essere discusse e questa è una di quelle, proprio come le discussioni su tutte le altre violenze che riguardino gli esseri umani stessi. Si tratta semplicemente di etica, umanità, rispetto e senso civico.
Eliana Gazzarri