1. Vogliamo un’economia rinnovata, solidale e orientata al benessere umano, materiale, spirituale, e all’interesse pubblico così come a quello privato, purché questo non sia in contrasto con l’utilità sociale e non rechi danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
2. Chiediamo un piano straordinario di indennizzi, riqualificazione e defiscalizzazione in favore di tutte le piccole e medie imprese colpite dalle restrizioni Covid-19, il salario minimo garantito, la lotta al precariato e l’istituzione del reddito universale. Il traguardo è la crescita dell’occupazione, soprattutto giovanile, attraverso lo sviluppo di un servizio ambientale e della digitalizzazione. Particolare cura va rivolta al lavoro delle donne, particolarmente penalizzate dalla Crisi Covid.
3. Siamo per una politica ispirata a un genuino ambientalismo orientato all’armonia, fino a mettere in discussione i dominanti modelli di sviluppo. Il cosiddetto “New green deal” tanto in voga è per molti un “green-washing” che perpetua l’approccio usa-e-getta e il consumo di risorse, la produzione di rifiuti, l’inquinamento e l’entropia dell’ecosistema. Inoltre: massimizzare l’efficientamento energetico, le comunità energetiche e l’indipendenza energetica, la decarbonizzazione, nonché l’economia circolare e gli investimenti per rendere i rifiuti una risorsa. Rilanciare l’impegno per l’acqua pubblica. Zero consumo di suolo e recupero degli edifici abbandonati in tutta Italia. Vivere in armonia con la natura vuol dire avere stili di vita più salutari. Va rispettata profondamente l’interdipendenza tra l’uomo e le altre componenti dell’ecosistema. poiché gli animali non sono oggetti, riconsiderando tutte quelle pratiche che causino sofferenze o pressioni ambientali non necessarie.
4. Il trend della privatizzazione dei servizi sanitari degli ultimi vent’anni va invertito con investimenti nelle 4P (1. Pubblico 2. Posti letto 3. Personale, 4. Prevenzione primaria). La fiducia verso le istituzioni sanitarie, scossa dalla fallimentare gestione della pandemia, va ricostruita con la trasparenza, la digitalizzazione, la tutela della privacy dei pazienti e il benessere organizzativo per sostenere il merito e l’efficienza. Le abnormi spese in marketing delle multinazionali del settore vanno ribilanciate per favorire invece le spese in Ricerca e Sviluppo. Rispetto agli errori commessi durante la crisi Covid-19 bisogna puntare su un’efficace rete di sanità di iniziativa, medicina territoriale e assistenza domiciliare. Il PIL di spesa per la Sanità pubblica deve essere elevato ai livelli di Francia e Germania. Va affrontato il tema dell’equilibrio fra competenza nazionale e regionale della Sanità. E infine, ogni mezzo di controllo sociale e coercizione sanitaria come la Certificazione Verde (Green Pass) ora in vigore va abolito definitivamente e cancellato dalle opzioni future, giacché la tutela sanitaria pubblica non deve essere la scusa per introdurre surrettiziamente forme di “società del controllo”.
5. Ribadiamo un “no” incondizionato alle politiche di austerity. Chiediamo la revisione dei vincoli di convergenza fiscale economici UE che da decenni concorrono a impedire la nostra crescita economica (dagli anacronistici parametri di Maastricht al loro sviluppo negli accordi successivi, quali quelli del Patto di Stabilità, del fiscal compact e dei regolamenti “six pack” e two pack” regola del 3%). Nel rifiutare strumenti dannosi ed inefficaci come il MES, ribadiamo la massima prudenza verso fonti di finanziamento gravate da condizionalità, specie in presenza di tassi di accesso al mercato particolarmente favorevoli. La Repubblica italiana deve riservarsi ogni mezzo occorrente per affermare senza interferenze la propria Costituzione a tutela dell’interesse pubblico e della collettività.
6. Affermiamo l’importanza del ruolo dello Stato nell’economia, nella tutela e nella promozione dei beni comuni, riportando nelle mani pubbliche tutti quegli asset strategici e i monopoli naturali che, attraverso le privatizzazioni, hanno arricchito pochi individui a discapito di tutti, a partire da Autostrade. Occorre rilanciare la funzione del credito con una banca pubblica degli investimenti e le banche del territorio. Serve garantire che al sistema bancario e finanziario italiano non sia impedita una funzione organica a questo fine, anche tutelando nelle sedi opportune il rilevante investimento che ha attuato in titoli di Stato italiani, difendendo questo interesse nelle riforme che potrebbero limitarlo o penalizzarlo (ad esempio, EDIS). Puntiamo a una piattaforma per far circolare le compensazioni fiscali e attivare nuova liquidità nell’economia reale.
7. Consideriamo della massima importanza il patrimonio culturale italiano, materiale e immateriale e del paesaggio italiani, di cui siamo eredi e custodi per le generazioni future, riconoscendo alla loro tutela il valore educativo e generativo che la Costituzione gli attribuisce espressamente.
8. Crediamo nella legalità e nell’onestà, anche intellettuale, da promuovere nelle istituzioni, nell’informazione e nella società, con un radicale contrasto alle rendite di posizione e ai legami d’interesse opachi, nonché alle mafie e al loro connubio con i poteri statali e sovrastatali. L’efficienza della Giustizia deve essere un obiettivo da perseguire senza però puntare alla privatizzazione della giustizia civile e della giustizia penale (mediante le depenalizzazioni). Va garantita la corretta gestione dei beni confiscati alla mafia e l’attribuzione a soggetti realmente capaci di renderli produttivi o che ne assicurino un uso destinato a finalità sociali. Rendere centrale nel paese la tutela dei diritti delle persone, siano essi diritti sociali, civili ed economici.
9. In campo Fiscale, vogliamo attuare una riforma fiscale che superi i salti troppo bruschi negli scaglioni delle aliquote per rendere il sistema più progressivo e neutrale. Bisogna migliorare il rapporto tra fisco e contribuente, dare la più alta protezione normativa allo statuto del contribuente, riformare la giustizia tributaria e perseguire la ‘tax compliance’.
10. Per la lotta alla burocrazia, intendiamo perseguire vere politiche di semplificazione amministrativa raggiungendo due obiettivi: ridurre gli oneri di natura burocratica per i cittadini e per le imprese; riorganizzare i procedimenti che conducono all’emanazione dei provvedimenti amministrativi. Occorre aumentare l’efficienza, l’efficacia e l’economicità della P.A. attraverso le prassi migliori e razionalizzando molte norme inutili e frammentate con testi unici comprensibili che diano certezze.
11. La collocazione geopolitica dell’Italia dovrà essere più aperta al multilateralismo. L’ombrello istituzionale che ci lega ai trattati e alle organizzazioni internazionali di cui siamo parte deve affidare più spazio a un ruolo del nostro Paese che preveda più indipendenza e autonomia per l’Italia e l’Europa, similmente ad altri grandi paesi che hanno già ritagliato per sé scelte in controtendenza. Il tema non è più un tabù nemmeno nelle principali cancellerie europee e l’Italia ha una tradizione di protagonismo mediterraneo che conquistò spazi perfino dentro il contesto difficile della Guerra Fredda. Vale ancora oggi.
12. Consideriamo centrali Scuola e Università, da sottrarre ad ogni forma di precarietà e privatizzazione e da adeguare alla media europea in termini di finanziamenti pubblici inclusa la ricerca, fino ad almeno il 6% del PIL. Va superato il modello aziendalistico e verticistico per uno autenticamente ispirato ai principi costituzionali. Tempo pieno, contrasto alle povertà educative e inclusione. Inoltre: contrasto al precariato e valorizzazione della professionalità dei docenti, tutela del diritto allo studio.
Vediamo tanti nipoti di Thatcher che dicono ancora che “non c’è alternativa”. Abbiamo un’idea e una fede diversa.
L’Alternativa c’è!